Dipendenza da internet

Che cosa definisce il tempo passato su internet come normale o patologico?
Non esiste una risposta univoca a questa domanda, tuttavia ci sono alcuni segnali che possono far attivare un campanello di allarme rispetto al tema. Per esempio, quando la persona inizia a privarsi dei suoi “sani” piaceri (uscire con gli altri, praticare il proprio sport preferito o il proprio hobby) per continuare ad usare il proprio mezzo; oppure quando la persona diventa incapace di separarsene anche solo per poco tempo, o magari ci prova senza però riuscirci, avvertendo quindi impotenza e frustrazione. Un altro segnale importante è costituito dalla percezione che la realtà esterna risulti meno soddisfacente e meno allettante rispetto a quella virtuale, sempre ricca di stimoli e più protettiva.
“In linea generale, si può parlare di dipendenza da internet quando si preferiscono i social media alle persone reali, quando non si riesce a frenare l’esigenza di controllare e-mail, facebook, Instagram, messaggi whatsapp”
-(Centro di Terapia Breve Strategica).
Cause
Ciò che porta la persona a sviluppare una dipendenza online può essere assimilabile al meccanismo che avviene in una dipendenza da droga. La vastità del materiale presente online consente all’utente medio di individuare con estrema facilità contenuti inerenti ai propri interessi, di scaricare applicazioni da portare sempre con sé e di rimanere sempre aggiornati su tutto. Ogni volta che riceviamo un messaggino o che attendiamo un like o un commento ad una nostra pubblicazione, a livello neurochimico viene rilasciata dopamina, il neurotrasmettitore che attiva e che risulta in grado di influenzare l’umore.
Quando il bisogno indotto dalla rete è soddisfatto, la persona si sente felice e gratificata, ma basta un’astinenza troppo prolungata o forzata per provocare effetti di intenso disagio e reazioni anche violente. Chiaramente all’aumentare del tempo di utilizzo del mezzo aumenta anche il livello di tolleranza e quindi ciò che all’inizio è sufficiente per raggiungere un certo livello di piacere alla lunga non basta più. Ecco che si sente il bisogno di aumentare ulteriormente il tempo di esposizione, fino a non riuscire più a distaccarsi da ciò che viene considerata la fonte di piacere. In poco tempo si struttura una vera e propria trappola, con un correlato psico-fisiologico difficile da disinnescare autonomamente.
Sintomi
Chi soffre di dipendenza da internet presenta i sintomi di un disturbo ossessivo compulsivo basato sul piacere, ovvero avverte il disagio di essere totalmente assoggettato ad un piacere travolgente al quale non può rinunciare o che non può rimandare. La necessità di ricercare piacere è spesso inconscia e può nascere da una condizione di noia, da un percepito senso di vuoto, o da un dolore emotivo da sedare. Trattandosi di un piacere illusorio e fittizio, in poco tempo si struttura un copione disfunzionale, in cui quel piacere diventa univoco e totalizzante, mentre tutti gli altri piaceri, considerati sani, trovano sempre meno spazio nella vita della persona. Possono essere molteplici i tentativi di astenersi da questo meccanismo disfunzionale, ma spesso più forte è il divieto imposto, maggiore diventa la volontà di trasgredirlo. Un disturbo ossessivo compulsivo non risolto può portare nel tempo ad atteggiamenti di rinuncia e/o a profondi stati depressivi.
Tipi di fobie
Esistono tre tipi principali di fobie:
Shopping online
Lo shopping online costituisce una delle forme di dipendenza da internet più comuni, in questo caso la persona avverte il bisogno compulsivo di acquistare per sedare un sentimento di noia o magari per riempire un vuoto emotivo.
Inizialmente l’acquisto è divertente, se non addirittura eccitante, tuttavia col tempo arrivano senso di colpa e desiderio di rimediare all’acquisto fatto.
Ecco che la persona può decidere di astenersi dal comprare per un po’ di tempo, tentativo che regolarmente non va a buon fine, oppure entra in un’altra compulsione: rivendere o dare indietro l’oggetto acquistato per poi acquistare altri, in un loop potenzialmente senza fine.
Gioco d’azzardo
Il gioco d’azzardo fa leva sul senso di eccitazione e di piacere che la persona avverte nel momento della vincita, pur piccola che sia. Tale sensazione è di gran lunga più potente del senso di delusione che segue la perdita, la quale giustifica in termini logici una nuova “ rivincita” che vada a compensarla.
Ad una perdita segue dunque una nuova giocata, così come anche una sola vincita costituisce un rinforzo sufficiente a reiterare il gioco, in un circolo vizioso fin troppo facile da mantenere.
- Trading online
Il giocare in borsa attraverso piattaforme online rappresenta una compulsione simile a quella del gioco d’azzardo, con la differenza che nel trade la vincita non è dettata da fattori casuali, ma dal grado di competenza del giocatore.
La vincita assume quindi una valenza persino maggiore, perché indicativa del merito del giocatore, il quale oscillerà fra un senso di esaltazione ed uno di angoscia a seconda dell’effettiva capacità di raggiungere l’obbiettivo prefissato.
Spesso chi cade in questa dipendenza manifesta marcati tratti di ossessività, oltre che di “sensation seeking”.
- Chat mania
Nella dipendenza da internet rientrano anche i disturbi ossessivi compulsivi basati sul piacere di chattare online. Si tratta di chat in cui si conoscono identità virtuali alle quali possiamo dare un’immagine di noi stessi ideale, perfetta, talvolta anche del tutto stravolta rispetto alla realtà.
La derivante illusione di essere apprezzati maggiormente rispetto a quanto non avvenga nella vita vera conduce ad un piacere irrefrenabile che nel tempo tende a far isolare sempre di più la persona all’interno di quel mondo fittizio e a far investire sempre meno nella costruzione di una sana autostima. Le conseguenze riguardano anche il rischio di essere sempre meno in grado di relazionarsi con gli altri.
Anche quando si riesce a concretizzare un incontro dal vivo ci possono essere esiti poco auspicabili; ad esempio possiamo venir delusi dalle aspettative create nei confronti dell’altro, oppure possiamo essere respinti dalla stessa persona che nella dimensione virtuale ci apprezzava. Situazioni che possono giustificare l’insorgenza di sintomi depressivi.
- Cybersex
Ad oggi il sesso online è una delle pratiche più accessibili e più diffuse, soprattutto nel caso in cui la persona abbia difficoltà nell’esperire incontri sessuali nella realtà.
Contrariamente all’idea che questi comportamenti rendano il soggetto più esperto e meno impacciato nell’effettiva dimensione sessuale, sono numerose le evidenze a sostegno della pericolosità di suddetti rituali.
Infatti, quello che accade più frequentemente è che la partecipazione a chat erotiche e la visione ricorrente di materiale pornografico arrivino a costituire una modalità di provare piacere prevalente, se non addirittura unica. Si viene dunque a creare un rigidissimo circolo vizioso, in cui più la persona trova piacere online meno ne trova nella vita vera.
Nei casi più severi, la dipendenza da sesso online si accompagna a disturbi sessuali veri e propri.
- Information overloading
Con questa espressione si fa riferimento al bisogno irrinunciabile di essere sempre aggiornati su ciò che accade intorno a noi. Che internet sia uno strumento imbattibile per l’innumerevole quantità di materiale informativo non è certo un male, ma se la modalità di fruizione di tale materiale è continua e totalizzante, il risultato è che se ne diventi dipendenti.
Chi soffre di questo disturbo ossessivo compulsivo ha l’illusione di poter conoscere tutti gli aggiornamenti sull’argomento di interesse, mentre prova disagio, se non addirittura ansia, nel momento in cui non ha accesso alla rete.
La tentata soluzione è quella di passare la gran parte del proprio tempo a cercare notizie sempre più precise e dettagliate per risolvere il proprio dubbio, per trovare la risposta ai propri quesiti o per tenere tutto sotto controllo.
Trattamento
La Terapia Breve Strategica si pone l’obbiettivo di cortocircuitare il meccanismo alla base di questi disturbi attraverso tecniche che non fanno leva sulla determinazione o sulla forza di volontà del singolo, quanto sull’emozione di base che struttura il problema.
Contrariamente a quanto si pensi, infatti, la consapevolezza non è sufficiente ad interrompere il comportamento patologico di cui non si riesce a fare a meno.
Occorre invece bloccare tutti i tentativi fallimentari messi in pratica fino a quel momento (inclusi quelli dei familiari/conviventi) e arrivare gradualmente a trasformare ciò che prima era piacere in una vera e propria tortura, una pratica non più così allettante.
Solo così sarà possibile riportare il controllo dall’ossessione alla persona e nel contempo fare in modo che altri piaceri, più sostenibili e funzionali, possano tornare ad avere rilevanza nell’emotività del soggetto.
Conclusione
Il mondo del web può offrire allettanti proposte che nel tempo, per frequenza/modalità di utilizzo, possono rendere le persone schiave di un piacere non più sano: si parla di disturbo ossessivo compulsivo basato sul piacere.
Chi ne soffre può arrivare ad isolarsi completamente per dedicarsi alla navigazione e a provare sensazioni di ansia o panico quando ostacolato nel raggiungimento dell’obbiettivo (esiste un termine proprio per indicare la paura di non potersi connettere o di rimanere senza il telefono cellulare: “nomofobia”).
Uscire dalla trappola indotta dalla rete è possibile con l’aiuto di un professionista.
La Terapia Breve Strategica ti aiuterà a risolvere il problema in modo definitivo e in tempi rapidi.
Conclusione
Il mondo del web può offrire allettanti proposte che nel tempo, per frequenza/modalità di utilizzo, possono rendere le persone schiave di un piacere non più sano: si parla di disturbo ossessivo compulsivo basato sul piacere. Chi ne soffre può arrivare ad isolarsi completamente per dedicarsi alla navigazione e a provare sensazioni di ansia o panico quando ostacolato nel raggiungimento dell’obbiettivo (esiste un termine proprio per indicare la paura di non potersi connettere o di rimanere senza il telefono cellulare: “nomofobia”).
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